Pagine

venerdì 17 maggio 2013

Mi Buenos Aires Querido de Juan Gelman


Oggi 17 maggio muore un dittatore. E non sono felice per questo. Mi torna alla mente l'Argentina che conosco e che ho imparato a conoscere e ad amare.
Ed è a essa che vanno i miei pensieri, e a tutti i suoi figli, andati prima di lui, oggi.


Mi Buenos Aires Querido 
de Juan Gelman

Sentado al borde de una silla desfondada,
mareado, enfermo, casi vivo,
escribo versos previamente llorados
por la ciudad donde nací.
Hay que atraparlos, también aquí
nacieron hijos dulces míos
que entre tanto castigo te endulzan bellamente.
Hay que aprender a resistir.

Ni a irse ni a quedarse,
a resistir,
aunque es seguro
que habrá más penas y olvido.


Seduto sul bordo di una sedia sfondata,
vertigini, infermo, quasi vivo,
scrivo versi che prima ho pianto
per la città dove nacqui.
Bisogna catturarli, anche qui
dove nacquero i miei dolci figli
che in tanto castigo ti addolciscono splendidamente.
Dobbiamo imparare a resistere.

Non ad andarcene o a rimanere,
a resistere,
anche se certo
non ci sarà più dolore e oblio.


Aver conosciuto e aver trascorso qualche tempo con Juan, per me fu un onore che ancora mi scalda. Incontrare Juan Gelman, rappresentò per me sentire che cosa fosse un Buddha, e lo porterò sempre nel cuore.
Mi Buenos Aires querido.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.