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domenica 19 maggio 2013

"Poveri nella città. Dove vivono e che cosa chiedono a Torino". Presentazione del volume al Salone internazionale del libro di Torino


I poveri sono arrivati alla Crocetta! 
Sembra un bollettino di guerra quello descritto dalle pagine di Poveri nella città, di Roberto Cardaci, Pierluigi Dovis, Paolo Griseri, con un’intervista a Elide Tisi, assessore alle Politiche sociali.  
È la realtà che incombe sempre più pesante su Torino. La Torino della Fiat da troppo tempo ormai in crisi, che trascina con sé l’indotto. La Torino che aveva in quartieri ben definiti la sua topografia sociale, disegnata sul divario ricchezza-povertà, con margini areali comuni ad altre città, vie del centro, stazioni, dormitori per gli uni, quartieri residenziali, precollina, collina per gli altri.
Una Torino arrivata con il fiato corto già alla crisi del 2008 quando ormai essere cassaintegrato produceva il disagio dell’inutilità o la vergogna dell’improduttività, a cui ora si aggiunge per molti altri l’imbarazzo, che volge spesso in preoccupazione, di avere ormai un reddito insufficiente. I poveri si sono ulteriormente impoveriti, le classi agiate fanno il conto della spesa e la Caritas ha dovuto togliere le proprie insegne nei centri di accoglienza perché anche gli insospettabili si avvicinassero senza soggezione a chiedere aiuto.
Ma anche la povertà si diversifica: bisogna essere “professionisti” della povertà. Il povero nato povero sa come agire, che cosa pensare e come far fronte alla propria condizione; tornare povero dopo un riscatto sociale è duro, durissimo, e produce un contraccolpo psicologico ancor prima che materiale; ma impoverire senza aver mai avuto a che fare con la povertà lascia disorientati, tanto nella capacità di agire quanto nella speranza di avere ancora una prospettiva. E la povertà più recente è proprio di questi ultimi che riempie le mense e i dormitori ora: gente abbattuta ancor più nell’animo che nell’aspetto economico, che non sa reinventarsi o cercare soluzioni.
Povertà che livella ancor prima della morte, poiché parla lingue diverse e abbassa il livello di quella multicuturalità che sapeva di integrazione e di molteplicità culturale, mentre si avvia a essere soltanto una parificazione verso il basso delle possibilità che molti hanno di vivere o sopravvivere al di là delle origini di ciascuno, del colore della pelle o dell’appartenenza religiosa.
E il numero dei poveri a Torino sta diventando impressionante: secondo una stima della Caritas del 2011, la somma tra poveri e quasi-poveri è di 100.000 persone. Praticamente il 10% della popolazione soccombe alle tre principali cause di questo impoverimento: il mercato del lavoro, le richieste di assistenza ai servizi sociali e l’emergenza abitativa.
Poveri nella città crea una mappa della povertà torinese e cerca una proposta efficace, una risposta che serva a garantire la tenuta e la coesione sociale. Diverse sono le esperienze da cui ciascun autore proviene: Roberto Cardaci, docente universitario di Sociologia studia la povertà fin dalla prima crisi sociale di Torino, ai tempi della cassa integrazione degli operai Fiat nel 1980; Pierluigi Dovis, direttore della Caritas diocesana, attivo nella tradizione cattolica in campo sociale, è uno dei pochi a Torino ad avere una visione dettagliata, completa delle aree di disagio sociale della città. Chiude il volume un’intervista di Paolo Griseri a Elide Tisi, assessore alle Politiche sociali del Comune di Torino, quotidianamente destinataria delle richieste dei nuovi e dei vecchi poveri, nella ormai cronica carenza dei fondi necessari a garantire un aiuto sempre più difficile da gestire.

Roberto Cardaci, Pierluigi Dovis, Paolo Griseri, Poveri nella città. Dove vivono e che cosa chiedono a Torino, Celid, Torino 2013.
Presentazione al Salone Internazionale del Libro di Torino
Lunedì 20 maggio, ore 15.30 – Spazio Piemonte

M.B. 19.05.13

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