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domenica 19 febbraio 2012

Sepolcri




Il corpo si impone con la sua fisicità transeunte, perciò all'astrattismo opponiamo la materialità, la concretezza e la monumentalità che attragga lo sguardo e rinnovi la memoria in chi sa e la curiosità di chi ignora.
Dedichiamo al vuoto della morte spazi che finiscono per disporsi a città, geometricamente definiti e ordinati, puliti e adorni, silenziosi per rispetto e solitudine dei viali e dei marmi, ma saturi di tutto l'amore sospeso attimo dopo attimo lì. Filiale, materno, amicale, passionale, eterno, volubile, o mai stato, smorto e rinsecchito, ma amore.
Non ci si strappa da davanti a una tomba abbandonando un luogo fisico, ma un luogo mentale, e tanto più è necessario lo sforzo in questo abbandono, che non è cambiar di tema in una conversazione né far fronda su un cattivo umore volgendo il pensiero a qualche idea o ricordo ameno o impegnativo che distolga dalla tristezza o dal dolore, impegnativo perché il corpo stesso marcia sui suoi passi, uno dopo l'altro lasciando la postura sospesa della riflessione e della concentrazione sull'altro.
I luoghi mentali sono innumerevoli e innumerevoli lo sono per ciascuno, ma son formati: sono luoghi neutri esistenti che a un certo punto incrociano un vissuto e diventano memoria. In ciascun caso, girar le spalle e dar di tacco significa abbandonare se stessi lì, dove la memoria è scintillata ancora e ha stillato come un ghiaccio pendente sotto il sole una goccia passata che si era persa nel mare magnum dell'esistenza, un profumo, un gesto, uno sguardo, nulla d'importante eppure pregno, saturo nel momento in cui stilla di tutto il tempo del mondo. Sospeso per sempre. Questo sempre accade in qualunque luogo abbia da dire qualcosa a qualcuno. L'indefinitezza è la definizione migliore per quantificare l'inquantificabile, l'argine all'oceano, che pure è un insieme finito incalcolabile di numeri.Ma un cimitero no. E' un luogo cintato, chiuso ma permeabile attraverso il quale lo stato mentale muta, muta la coscienza e cala entro se stessa, come in un luogo di culto. Anche fosse soltanto il culto di se stessa: dell'esplorazione della memoria che essa stessa racchiude, memoria emozionale. Abbiamo bisogno di cintare i nostri stati mentali per paura che l'astrazione ci sospenda nella follia o rifugga senza memoria.

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