In merito a una dichiarazione di
questa portata vien da porsi alcune domande.
Intanto non avviene all’indomani
di duri scontri in cui si renda necessaria una presa di posizione delle
Autorità rispetto alle operazioni o alla tutela delle Forze dell’Ordine. Perché
allora insistere a freddo su una questione che notoriamente viene trattata a
caldo?
La locuzione temporale con cui
comincia la dichiarazione “In queste ore” non si riferisce a scontri di alcuna natura. Si
riferisce più verosimilmente alle polemiche sorte in seno al Pd dovute alle recenti posizioni assunte dalla senatrice Laura Puppato e dal sindaco di Bari, Michele
Emiliano, e dalla loro partecipazione al convegno mattutino del 23 marzo a Bussoleno, voluto dalla Comunità Montana
Val di Susa e Val Sangone. Polemiche rimbalzate in rete via Twitter e che hanno
prodotto immediate reazioni da parte del sindaco di Torino Piero Fassino,
riportate dagli organi di stampa (la Repubblica),
nonché dal sempre presente onorevole Stefano Esposito.
In quella sede, il sindaco
Emiliano si espresse fondalmentalmente su due punti: la necessità di
coinvolgere quanto più possibile i
territori nelle opere da cui sono interessati, ovvero l’autoderminazione della
gente e la sua libertà di aver voce in capitolo nelle progettazioni; e la
necessità di salvaguardare quanto più possibile polizia e carabinieri perlopiù
figli di un Sud povero e vero nucleo della democrazia italiana.
Tra scontri datati di almeno
qualche settimana e le recenti dichiarazioni di Emiliano al centro della
polemica ora, salta agli occhi che “In queste ore” si riferisca a queste
piuttosto che a quelli.
“[…] è doveroso ricordare ai
contendenti di spendere una parola di solidarieta' ed attenzione nei confronti
di tutti quei poliziotti e carabinieri […]” ma poi anche ''tutti noi facciamo
polemica politica sul treno ad alta velocita', […] e nessuno di noi, ne' Pd,
ne' Sel, tantomeno 5 Stelle […]'' dichiara la necessità di ricordare ai contendenti. Quali siano i contendenti è presto detto.
Fassino schiera l’inoppugnabilità di nutrire pensieri diversi rispetto al Tav,
ma attacca Emiliano e Puppatto per la scarsa competenza che dimostrano di avere
del tema. Saitta riprende le argomentazioni di Emiliano e come un fulmine a
ciel sereno torna a parlare di tutela delle Forze dell’Ordine. Ma i contendenti
non sono soltanto quelli interni al Pd, sono anche gli esterni, ormai schierati
da più o meno tempo e con maggiore o minore impegno nel conflitto sulla linea
Torino-Lyon. L’uno affonda, l’altro coagula le proprie fila rinsaldandole attorno
a un valore comune e a comuni responsabilità, approfittando per richiamare a queste anche i contendenti che cita a uno a uno poco
oltre. Anche la distanza sintattica delle due proposizioni non è casuale:
l’obiettivo è il Pd, ma i valori sono comuni e possono essere terreno di
incontro con gli altri contendenti
(“Noi ci uniamo”; “Voi isolateli”, ovvero: “Siamo tutti d’accordo che ci siano
buoni e cattivi, no?”).
Le argomentazioni che Saitta
porta hanno sapore surrettizio, dal momento che le recinzioni son rimaste per
volere della Prefettura. Recinzioni dichiarate illegali, poiché mancanti delle
autorizzazioni necessarie rilasciate dal Comune di Chiomonte alla Ltf per
impiantarle. Recinzioni oggetto di attacchi, non portati alle Forze dell’ordine
ma a un impianto illegale su un territorio espropriato con sette procedure
d’urgenza. Del resto, il riferimento che viene fatto alle gomme tagliate agli
amministratori è legato all’episodio occorso al sindaco di Sant'Antonino di Susa
(Torino), Antonio Ferrentino (la Repubblica), per il quale l’indagine è in corso e non ha
prodotto colpevolezze per persone a insindacabile giudizio legate al movimento
No Tav.
Antonio Saitta non potrebbe forse
far diversamente nel pretendere la tutela di Forze dell’ordine dalla posizione del suo ruolo istituzionale, potrebbe tuttavia far mente locale a quanto andrebbe tutelato nella popolazione della
Valle che da anni subisce ricatti e lettere minatorie (per esempio le
pallottole inviate ad Alberto Perino), incendi di presidi e di auto,
comportamenti illeciti durante gli scontri – lacrimogeni sparati ad
altezza uomo, lancio di pietre, utilizzo illegale dei manganelli, pestaggi ecc.
– proprio da quelle Forze dell’ordine oggetto di un’inchiesta da parte del movimento No Tav (“Operazione Hunter”)
che non ha ancora avuto la fortuna di essere considerata dalla Procura di
Torino, troppo indaffarata a vagliare le responsabilità di una parte, ma non
dell’altra.
Massimo Bonato 26.03.13
Massimo Bonato 26.03.13
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