Mentre la signora Fornero si
sforza di convincere gli esclusi a comprendere l'esclusione, mi vien da pensare
che proprio dall'esclusione, come fenomeno dalle poliedriche manifestazioni, le
componenti della società con grandi
sforzi si sono ravvicinate nelle ultime decadi, trasformando quelle stesse
differenti condizioni di esclusione in motivo di inclusione. Cominciammo con la
legge voluta da Franco Basaglia, la 180/1978. La psichiatria divenne
antipsichiatria e cominciò perlomeno a mostrare le lacune attraverso le quali
era possibile riacquistare umanità nel mondo disumanizzato dei manicomi. E' un
percorso, pieno ancora oggi di insidie e di difficoltà, di manchevolezze
(basterebbe farsene un'idea parlando con gli operatori sociali) ma un percorso
che ha "incluso" nella società civile persone allora escluse, o
quantomeno ha cominciato a creare una differente percezione di esse in quelli
che urbanamente sono soliti chiamarsi "normodotati". Ancora oggi,
come per "amore", o "contesto", "normalità" è
concetto che sfugge a una definizione conclusa, a un universo finito di idee
catalogabili e date per scontate. Forse stanno lì a dimostrarci quanto il
pensiero abbia bisogno ineluttabilmente di livelli di analisi differenziati per
comprendere, o anche soltanto per "sentire", percepire un istante di
aver sfiorato una verità che immancabilmente si tramuta in qualcos'altro un
istante dopo.
Abbiamo iniziato percorsi
diversi, e bisognerebbe tenere molto ben presente tutti i percorsi in cui la
società moderna è implicata quando si parla di modernità - gli esempi si
possono moltiplicare e ciascuno di essi potrebbe innescare critiche e
polemiche, ma uno per tutti valga l'inserimento dell'insegnante di sostegno
nelle classi delle scuole primarie nelle quali, in Italia, "normodotati"
e "diversamente abili" convivono: nella avanzata Danimarca il sistema
scolastico prevede separazione e non inclusione, per questo l'insegnante di
sostegno italiano è un"faro" della moderna concezione pedagogica di
cui anche società avanzate si rendono deficitarie. A ben vedere la modernità è
inclusione. Non livellamento, ma concentrazione sul bisogno dell'altro e suo
superamento. Se la paura della morte e la paura dell'altro sono i grandi mali
dell'essere, allora i percorsi iniziati, e in corso, per fare dell'altro un po'
meno altro e se stessi un po' meno se stessi, cercando una convergenza anche
soltanto percettiva nel considerarsi come esseri umani e basta, sono percorsi
di modernità. In questi percorsi mancava il carcere. L'inclusione del carcere
nelle nostre vite, nella nostra individuale percezione mi pare iniziata da
poco. Iniziata certamente da molto per le fasce della popolazione da sempre
impegnate nella lotta sociale e politica, ma per i "normodotati" di
cui sopra iniziata ora con la diffusione di lotte che sempre più spesso
accomunano in modo ormai completamente trasversale vissuti completamente
distinti. Molti cominciano a considerare la possibilità di finire in carcere, o
anche soltanto a percepire il carcere come un luogo o uno stato, come qualche anno
anno fa non credo avrebbero immaginato tanto a sé prossimo. Penso al movimento
No Tav che conosco un poco, un movimento di gente comune speculare a molteplici
e differenziate realtà di lotta ora presenti in Italia. Unico nel suo genere
per tenacia e vigore, per quantità di
interessi sottesi al quale si contrappone, ma composto da gente comune.
Portare in carcere la gente comune significa aprire anche questa realtà alla
realtà sociale, al di là degli interventi in esso agiti negli anni da esperti e
operatori. Soprattutto significa anche in questo caso un processo di
inclusione. Ecco, credo che in questo suo parlare di esclusione la signora
Fornero non concepisca il valore morale della modernità, che da decenni lavora
instancabilmente sulla rotta vincente dell'inclusione. Quando parliamo di posti
di lavoro, dunque, non parliamo di un'astrattezza contabile, parliamo di esseri
umani: parlarne in termini di astrattezza contabile non è soltanto
"percettivamente" amorale, è socialmente antistorico.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.