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mercoledì 30 gennaio 2013

Fotografie di Bertil Nilsson

Il lavoro di Bertil Nilsson, fotografo svedese attivo a Londra, prende le mosse attorno il 2003 da una lunga esperienza in Europa e negli Stati Uniti al seguito di gruppi circensi e di acrobati. La sua fotografia coglie il corpo umano nella statuarietà e scinde questa dal movimento che ne genera una compostezza fuori dagli schemi.
Con uno sguardo mai rivolto alla macchina, questi corpi reinventano le strutture geometriche o gli oggetti d'uso, vi si fondono come inserimenti perturbanti, o creano  figure emanando sempre un'incomprimibile energia interiore. Vi si potrebbe girare attorno si trattasse di ologrammi e non di fotografie, quasi di fotogrammi entro i quali sospendere il moto e il corpo stesso all'infinito. Nilsson scevera l'attività acrobatica dal palcoscenico, dal pubblico, dalle luci stesse decontestualizzando l'attività corporea che ferma con il suo obiettivo. 

Luci naturali e spesso occasionali, sfondi inizialmente spogli bianchi o neri, lasciano emergere tutta la corporeità dei modelli che Nilsson sceglie inizialmente tra gli acrobati, interessandosi poi anche a danzatori e coreografie, giocatori di rugby. Soltanto negli ultimi lavori anche il fondale assume una valenza maggiore, non solo funzionale ma narrativa: compaiono boschi e deserti (Naturally), oggetti non pertinenti all'ambito circense o tersicoreo, sembra accarezzare la decadenza di una fotografia industriale o il lirismo di interni fatiscenti come in Eike. Ciò che del movimento ferma con uno scatto restituisce alla bellezza aerea del corpo. 

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