Bloccano i camion che trasportano macchinari per i sondaggi. Vengono caricati e manganellati. Quattro fermati e un ferito.
di Massimo Bonato
Argentina. Concordia è un città della provincia di Entre Ríos, che condivide con la prospicente città uruguayana di Salto il Río Uruguay.
Domenica 3 agosto l’Assemblea cittadina ambientalista ha deciso di fermare i quattro camion dell’azienda Don Pedro, provenienti da sud e diretti a Salto. I mezzi trasportano oltre 20 tonnellate di macchinari atti a iniziare lì studi esplorativi per l’installazione di pozzi che utilizzerebbero il fracking come tecnica estrattiva («Diario del Sur»).

Così decidono in assemblea per il blocco del transito. Si uniscono a loro gli attivisti di altre città come Chajarí, Colón, Concepción del Uruguay e bloccano in serata la statale 015. Per ore il blocco regge, lasciando fluire il solo transito veicolare privato, fino a che non interviene l’ Escuadrón 4 de Gendarmería di stanza proprio a Concordia.
La tensione non tarda a salire e dopo le cariche il blocco è costretto a sciogliersi, attorno alla mezzanotte, lasciando nelle mani della polizia quattro fermati: Facundo Scattone, Bernardo Zalisñak, Horacio Miguel De Carli e il giornalista Francisco Larocca, rimasto ferito da una manganellata alla testa. Fino alle 3 del mattino la protesta è proseguita sotto il comissariato richiedendo l’immediata scarcerazione degli attivisti («páginapolítica»).
Ora, organizzazioni ambientaliste, studentesche, sindacali e politiche delle provincie vicine si sono sollevate e unite all’indignazione per la criminalizzazione delle proteste e la loro repressione violenta, e hanno indetto una manifestazione a Concordia per domenica 10 agosto («Informedigital»).
M.B. 05.08.14
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