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giovedì 10 aprile 2014

Una “risoluzione petrolifera” mentre la Basilicata affonda nel barile

Di fronte all’attacco frontale del governo Renzi su Titolo V, energia e petrolio (art.117, comma v)  il Consiglio Regionale abbassa i toni. I giochi sono fatti. Il dibattito postumo sulle decisioni già prese a Roma trova i partiti in Consiglio Regionale quasi muti sulla dichiarazione di guerra fatta qualche giorno fa dal ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi che ha ribadito ” si trivelli la Basilicata, per il bene dell’Italia”. I consiglieri del movimento Cinque Stelle si astengono, mentre un Consiglio Regionale sussurra ed approva una “risoluzione” sul petrolio che considera mere “ipotesi” le volontà governative di trasformare il territorio regionale in una gruviera petrolifera ed il mare in un colabrodo (sono decine invece i permessi di ricerca di idrocarburi, le nuove istanze e le concessioni onshore e offshore).

La “risoluzione” sul petrolio votata oggi in Consiglio Regionale si affida ad un ipotetico “nuovo negoziato che definisca parametri di sostenibilità ambientale, sanitaria, sociale ed economica, previa discussione in Consiglio regionale“rispolverando la materia “concorrente dell’ambiente e il governo del territorio“.
Un principio questo alla base della cosiddetta “moratoria bluff” dell’ex governo regionale, presieduto dall’attuale sottosegretario del ministero della salute, Vito De Filippo.
Dopo la “moratoria bluff”, il “Memorandum fallito”, ecco dunque la “risoluzione petrolifera” votata dal Consiglio Regionale con l’astensione del M5S.
E’ questo il quadro desolante che i Lucani hanno di fronte. Una classe politica incapace, debole, ancor meno credibile dopo il voto sulla “risoluzione petrolifera” che dovrà fare i conti con le comunità alle prese con i disastri ambientali, quelli economici ed umani attuali e futuri.
“Rispetto alle nostre competenze in materia di autorizzazioni ambientali – ha detto oggi il governatore Pittella – dobbiamo tentare di mettere dei paletti per evitare un esproprio di competenze e il possibile conseguente uso del territorio. Su questa materia come Regione stiamo provando ad offrire anche spunti ai nostri parlamentari. Io non sono contrario all’utilizzo virtuoso del petrolio“.
I tentativi dichiarati dal governatore lucano dovranno però fare i conti sulle trivellazioni e le nuove istanze di ricerche di idrocarburi che riguardano – lo ricordiamo – i 2/3 del territorio regionale e le coste ed il mare. In parole povere il “lavoro sporco” fatto a Roma finirà con incidere sulla tenuta del governo regionale che appare debole, come non lo è mai stato, di fronte all’invadenza degli interessi delle compagnie petrolifere forti degli appoggi governativi.
E sempre Pittella dichiara oggi:” il petrolio è una risorsa del nostro territorio dalla quale, se bene utilizzata e nel rispetto di salute e ambiente, dobbiamo ottenere le migliori condizioni di occupazione e imprenditoria…. il clima di esasperazione su questo tema che proviene dal territorio è anche frutto degli errori che tutti noi abbiamo commesso in passato. Non dobbiamo sottrarci al dialogo e dobbiamo fare virtù di ogni spunto costruttivo. Solo unendo le nostre intelligenze possiamo far fare un passo in avanti alla nostra Basilicata”.
Ma la regione, è questa la consapevolezza dei Lucani, ha bisogno di ben altro.


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