
Mentre le immagini degli scontri in Turchia e Brasile conquistano le prime pagine dei giornali e campeggiano nei telegiornali, le lotte sociali in Italia faticano a trovare un’informazione adeguata, che vada al di là dello scontro e della manganellata, del lacrimogeno e dell’arresto, trattati dai media nostrani con molto meno trasporto di quanto i giornalisti dimostrino per le vicende altrui.
Promosso dal comitato No Tav Torino e Cintura, si è concluso ieri, domenica 30 giugno, l’evento Unire le lotte, due giorni di confronto e azione tra la Val di Susa e Torino. Un’occasione per riunire “chi lotta contro le grandi opere inutili, chi contro le installazioni militari, chi per il proprio posto di lavoro, chi per la salute, chi per la casa, chi per la dignità umana di immigrati e rifugiati politici”.


Domenica, tutta torinese, ha radunato tanti comitati e movimenti al parco Ruffini. “Il problema degli sfratti, della militarizzazione, delle grandi opere, degli stranieri, della modalità di consumo del cibo e delle risorse, sono aspetti diversi di analoghi meccanismi che richiedono sempre di più di sostenersi a vicenda non solo con le grandi manifestazioni ma anche con il moltiplicarsi nelle stesse giornate di iniziative di lotta che aprano più fronti in contemporanea”.

Giornata quindi volta alla aggregazione e all’informazione, culminata nell’assemblea molto partecipata, voluta per cercare punti di incontro per unire e coordinare i diversi momenti di lotta.

Intanto qualche data è stata già fissata:
5 luglio - notte bianca nel quartiere S.Paolo a Torino;
6 luglio - giornata di boicottaggio della Granarolo in solidarietà con i facchini del magazzino di Bologna licenziati;
7 luglio - iniziativa No Expo a Monza;
11 luglio - proposta di compiere azioni per commemorare Soledad nel 15° anniversario della sua scomparsa;
13 luglio - iniziativa notturna allo stabilimento No F35 di Cameri;
9-15 luglio - campeggio No Muos a Niscemi (successivi campeggi da 5 all'11 agosto e dal 3 al 9 settembre).
In uno Stato che procede allo smantellamento del welfare e dei servizi, della sanità e della scuola, l’obiettivo è quello di sentirsi e far sentire meno soli chi contrasta questo processo in atto sotto ogni profilo. Significa ampliare la sensibilità individuale verso tematiche meno sentite o distanti geograficamente, ma non meno coinvolgenti dal punto di vista umano, sociale, della salute, dell’economia, e in fin dei conti di una democrazia svenduta alla finanza. Significa cioè far fronte comune.
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